Corso bambini


I bambini imparano le arti marziali "giocando" e soprattutto divertendosi. Grazie agli esercizi proposti dal preparatissimo staff di istruttori i bambini imparano a prendere fiducia delle proprie capacità, imparano a coordinare i movimenti e l'equilibrio.






1° CORSO bambini


IL PRIMO CORSO VIENE SVOLTO PER LE ETÀ PIÙ PICCINE.
LO YOSEIKANBUDO, DA NOI, NELLE ETÀ PIÙ PICCOLE, NON INCLUDE TECNICHE DA COMBATTIMENTO, BENSÌ LAVORO MIRATO ALLA PSICOMOTORIA E GIOCO DEL BAMBINO.
IN POCHE PAROLE AIUTIAMO IL BAMBINO A PRENDERE CONFIDENZA CON L' EQUILIBRIO,
CONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA FORZA E UTILIZZO, PERDITA DELLE PAURE DA CONTATTO
O DISTACCO NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI O DEI COMPAGNI, E CAPACITA' DI PRESA DI POSIZIONE
NELLE PIÙ SEMPLICI SITUAZIONI. TUTTO QUESTO VIENE INSEGNATO ATTRAVERSO IL GIOCO, AFFINCHÉ IL BAMBINO MEDIANTE REGOLE MIRATE AL DIVERTIMENTO E ALL' EDUCAZIONE CRESCA SANO E EQUILIBRATO.




2° CORSO bambini


IL SECONDO CORSO VIENE SVOLTO PER LE ETÀ DA 8 A 12 ANNI QUINDI VERSO UN ETÀ PIÙ DIFFICILE CHE E' L' ADOLESCENZA. IN QUESTO CORSO CI ADDENTRIAMO A QUELLA CHE E' LA BASE DELLO YOSEIKANBUDO, NONCHE LO STUDIO DELLE ARTI MARZIALI. IN QUESTO CORSO COME PROGRAMMA, ABBIAMO DIVERSE TIPOLOGIE DI LAVORO:
  • GINNASTICA E STRETCHING 
  • CAPRIOLE
  • GIOCO
  • KATA O FORMA
  • LAVORO CORPO A CORPO
  • LAVORO MEDIA DISTANZA
  • LAVORO A LUNGA DISTANZA
  • TECNICHE DI BASE

IL FINE E' QUELLO DI AIUTARE IL BAMBINO AD ACCRESCERE LA CONOSCENZA DEL PROPRIO CORPO, AUMENTANDO LA SUA CONSAPEVOLEZZA PSICOFISICA, RENDENDO LA MENTE DINAMICA COME IL CORPO, A GESTIRE LE PROPRIE SENSAZIONI O EMOZIONI IN SITUAZIONI SEMPRE DIVERSE , SEMPRE NUOVE.

IGIENE IN PALESTRA

E' IMPORTANTE CHE IN PALESTRA I BAMBINI SEGUANO DELLE REGOLE IGIENICHE.
QUESTO PERMETTE AI BAMBINI DI MANTENERE L 'AUTOSTIMA E DI LAVORARE A CONTATTO UNO CON L' ALTRO, EVITANDO DI SCAMBIARSI MICROBATTERI ODORI SGRADEVOLI O ADDIRITTURA NEL CASO DI UNGHIE LUNGHE, ORECCHINI BRACCIALETTI ECC. DI TAGLIARSI O COMUNQUE FARSI MALE.



Dalla parte dei bambini


Yoseikan

La base del metodo Yoseikan è quella di aiutare il praticante ad acquisire il suo equilibrio mentale e fisico. La nostra qualità di vita è composta principalmente da tre elementi che convivono in equilibrio fra loro: fisico, mente, stato emotivo-emozionale. L' elemento "fisico", lo dice la parola stessa, è il complesso di muscoli, tendini, ossa, tutti gli organi interni, tutti gli elementi che lo compongono, quindi la "machina umana".
Il secondo elemento è la nostra "mente", dove vengono immagazzinati e conservati tutti i dati in nostro possesso fin dal momento della nostra nascita. Il terzo elemento è la parte "emotivo-emozionale", tutta la serie di sensazioni:amore, odio, paura, coraggio, felicità, tristezza, ecc…, tutte queste sensazioni sono l'energia, la forza, il motivo conduttore che determina e motiva le varie espressioni del nostro comportamento. Per ogni sensazione o stato emotivo, esiste un relativo "linguaggio" esterno, composto da parole, gesti ed atteggiamenti che la evidenziano.

Dalla parte dei bambini

Dire bambini è dire gioco, dire gioco equivale a movimento quindi sport. Lo sport per i bambini è una cosa molto importante, se pensiamo che è tramite il gioco, il movimento, che il bambino impara a conoscere, a scoprire il proprio corpo, ad accettarlo e ad amarlo. Non dimentichiamo che ognuno di noi comunica con gli altri non solo con la parola, ma soprattutto con il proprio corpo. È il corpo che comunica sensazioni, emozioni, simpatie, odio, amore affetto, amicizia…
Con il metodo Yoseikan si cerca di favorire al massimo lo sviluppo di tutte quelle abitudini fondamentali tanto importanti per il bambino:


  • Psicomotorie: percezione del proprio corpo, rapporto spazio- temporale, coordinazione ed equilibrio.
  • Sociomotorie: dandogli il piacere, il gusto della pratica della disciplina scelta, sotto forma di gioco. Miglioreremo il comportamento del bambino integrandolo nel gruppo. E soprattutto preparandolo nel modo migliore ad una ben più importante integrazione sociale.
  • Psicologiche: tutte queste attività dinamiche con continue sensazioni ed esperienze diverse, continuamente confrontate con gli altri partners lo aiuteranno a prendere coscienza delle proprie capacità e disponibilità psico-fisiche, dandogli quella sicurezza necessaria alla maturazione.
  • Fisiologiche: la maggior richiesta funzionale rivolta ai vari organi ed apparati quali cardiocircolatorio, respiratorio, locomotore, concorre a rinforzarli ed a renderli più resistenti, aumentando la capacità di lavoro individuale.

    La figura dell' insegnante

    Alla luce di queste varie considerazioni, la figura dell'insegnante riveste un' importanza primaria. Oltre a possedere una buona attitudine pedagogica ed avere un' ottima preparazione tecnico-fisica, deve conoscere perfettamente il funzionamento dei vari meccanismi. E per meccanismi non si intende solamente quello fisico, ma anche e soprattutto la conoscenza dei meccanismi mentali psico-fisici, altrettanto importanti per un istruttore che vuole raggiungere dei risultati soddisfacenti.
    Tutto questo gli fornirà il necessario bagaglio per iniziare un allenamento, tenendo presente alcune regole:
  • creare un'atmosfera di lavoro distesa, mantenendo nello stesso tempo viva l'attenzione del bambino senza annoiarlo ne stancarlo;
  • cominciando facendogli scoprire a poco a poco lo sport senza imporre l'attività che il bambino ha scelto;
  • tener sempre presente che nella tecnica, il movimento non è fine a se stesso, ma deve essere un mezzo di acquisizione di tutti i vari elementi che contribuiranno allo sviluppo del bambino;
  • conoscere l'esercizio e presentarlo in maniera chiara, semplice servendosi anche di esempi e di dimostrazioni;
  • più che di insegnamento di tecniche, inizialmente bisognerà valutare l'attitudine, la disponibilità e le capacità fisiche del bambino per coinvolgerlo nel discorso comune del gruppo;
  • la pazienza, la calma, la costanza, saranno le armi migliori che un insegnante dovrà e potrà usare con i suoi piccoli allievi.
    Ogni allenamento inizierà e finirà con il saluto rituale, questo favorirà anche l'inserimento nel gruppo dell'ultimo arrivato. L' insegnante deve essere discreto, calmo, i comandi devono essere chiari, semplici e brevi.
    Il metodo Yoseikan, intende sviluppare nel bambino anche l'attenzione.

    A cura di Maurizio Parisi (Grandinetti)
    Istruttore 3° Dan Yoseikan Budo FIYB
    Istruttore 3° Dan Kick Boxing Point Fight-Light Contact FEDERKOMBAT
  • Istruttore 2° Dan Shoot Boxe FEDERKOMBAT
    Ispirato dal metodo FIYB e dal lavoro del M° Silvano Tomba


    Gestione dell'attenzione dei bambini


    L' attenzione del bambino nelle età più piccole ( 5/ 10 anni ) è come una batteria con poca autonomia, l' obbiettivo dell' istruttore o maestro è quello di farla lavorare in modo ottimale nei giusti tempi collocati all' interno della lezione.
    Nel caso del Karate Club Laives, la lezione di 2 ore si suddivide in 3 parti. La prima con una semplice corsetta e ripetizione dei kata ( giusto 2 o 3 volte) per non creare dei nodi alla mente che ci brucerebbero quella famosa autonomia di cui parlavamo prima.
    Mi soffermerei a parlare di questo, ponendo delle domante sulla base di una riflessione fatta in questi anni dal nostro staff: come si può vivere un kata o farlo tecnicamente bene, quando si dedica più tempo alla memorizzazione dello schema e poco alla tecnica in questione?, oppure … ma un bambino può vivere l' arte marziale intorno a un kata ? oppure .. quando sarà diventato grande saprà fare forse un bel kata, ma in fine saprà combattere? Questo vale anche per le sensazioni.
    Le sensazioni non si creano facendo un kata , ma si creano facendo molti combattimenti o per i non agonisti lavorando molto in palestra facendo sparring o combattimento in allenamento ,solo in questo caso saprò capire bene le dinamiche di movimento e fino a dove la biomeccanica del corpo si può spingere e avere l' atteggiamento giusto.
    Torniamo alla lezione… finita la ripetizione dei kata si dividono i gruppi in base a eta e grado e si passa al lavoro tecnico, ( ½ ora circa ) cercando di dare 2 o 3 tecniche ma in salse diverse.
    La seconda partesi basa sul lavoro a corpo libero ( capriole , cadute, propedeutici dinamici, acrobatica. ) dove formando nuovamente un gruppo unico i bambini rilassano la mente, giocano con il loro corpo scoprendo ritmi , evoluzioni dinamiche, non che il fatto di creare gruppo ridendo e cercando di sorpassarsi in piccole competizioni acrobatiche….( divertimento allo stato puro).
    Nella terza e ultima parte si dividono nuovamente i gruppi per il lavoro di sparring o combattimento, dove il bambino accresce le sensazioni del contatto o distacco in movimento, chiaramente con le tutele necessarie.
    Lo sparring viene tenuto in questa ultima parte come parte di scarico per la mente…. infatti non dovendo memorizzare andrà alla ricerca dentro di se delle tecniche gia assimilate o assimilerà quelle provate a batteria ancora carica.
    Quindi in sostanza la ½ ora di tecnica posta all'inizio darà più frutti che collocandola in mezzo o alla fine e favorirà la crescita dell'attenzione man mano che il bambino cresce.

    Parisi ( Grandinetti ) Maurizio
    Karate Club Laives



    Gestione delle cinture nel settore bambini




  • Il colore della cintura distingue di anno in anno il migliorare del gesto tecnico e l'anzianità del bambino all'interno del gruppo.
    Teoricamente l'obiettivo " esame " o " cambio di grado" dovrebbe stimolare il bambino a raggiungere tale scopo.
  • Il cambio di grado, da coscienza al praticante di aver raggiunto l'obiettivo e quindi viene stimolato nella ricerca di un prossimo traguardo. (come il cibo digerito che viene assimilato.)
  • La diversità dei colori, valorizza il fattore chiamato "gerarchia" che insegna il valore chiamato " rispetto" o " responsabilità". "Rispetto" dei più piccoli o nuovi verso i più anziani o più forti e "responsabilità" dei più anziani o forti, nel aiutare il singolo all'inserimento o a tenere compatto il gruppo.



  • Mezze cinture


  • purtroppo nel bambino non tutto quello citato prima, funziona. Infatti oggi come oggi la parola "obiettivi" e quello che gli sta dietro (sacrificio ,entusiasmo , soddisfazione , tenacia, ambizione, etc.)sembra ormai svanire. ( hanno tutto !!!!!) tranne quello che serve. E´ per questo che dal nostro punto di vista ( karateclublaives) un esame riuscito male, per poco impegno oppure un atteggiamento sbagliato durante l´anno o scarsa presenza , non va penalizzato.
    Quindi: bocciare o non bocciare? come sempre l´efficacia sta nel mezzo e noi in questi casi optiamo per dare la mezza cintura.
  • Per quanto sembri buonismo o tattica di marketing , dall´esperienza fatta, abbiamo notato che una mezza cintura pesa di più che una bocciatura . Infatti per un bambino, una bocciatura senza quei valori menzionati prima non crea nulla nella sua testolina, anzi viene buttata alle spalle senza lasciare traccia. ( purtroppo il problema consiste nel chiedersi se lo farà sempre o si fermerà ad affrontare la realtà dei fatti.) La mezza cintura invece è un fardello bello pesante da portare, non ti molla e lì attaccata alla vita che regge i pantaloni , e non si può nascondere alla faccia dei compagni, ma soprattutto la devi tenere finché non farai un buon esame. Il "fardello" e´una realtà che ti mette nella condizione di pensare con te stesso sul da farsi . magari il bambino non verrà più , ma almeno si è posto il problema.



  • Tacche rosse - tacche nere


  • Ci sono realtà di bambini che non distinguono se fanno giusto o sbagliato.
    Anche questo dipende da come viene cresciuto il bambino, esempio :
    se al bambino non si insegna quando sbaglia con le derivate conseguenze, il bambino non saprà mai perdere e avrà atteggiamenti sbagliati. e così anche per le altre cose. Spesso i bambini non riescono a visualizzare nell´ arco dell´anno l´andamento di apprendimento, spesso arrivano a fine anno pensando di aver fatto tutto, di essere stati sempre presenti ,quindi pronti.
    In realtà hanno solo copiato, mimato uno o più gesti, che alla fine dell' anno, alla resa dei conti (esame), soprattutto sotto stress non saranno in grado di riprodurre in modo corretto, o non lo ricorderanno proprio.
  • Abbiamo pensato a un modo semplice per ricordare l' andamento di apprendimento al bambino. Come? Semplice, dandogli delle tacche da attaccare alla cintura.

    Tacca nera - buone performance, buona gara, buon atteggiamento in una situazione, etc ..etc….

    Tacca rossa - cattivo comportamento ,distrae , brutte tecniche, poco impegno , etc..etc..

    Se vai bene avrai la tacca rossa se poi vai male te la tolgo.. e cosi via.
    Arriviamo ad un massimale di 4 tacche.

    In questo modo il bambino ha un buon riferimento di crescita e potrà valutare da solo dove vuole arrivare e se vorrà andare avanti in questa disciplina. Questo è anche un buon metro di misura anche per noi istruttori , per capire dove correggere il tiro nell' andamento della palestra.

    Spero che questa guida, frutto della nostra esperienza possa far capire l' importanza di quello che facciamo verso i piccoli, ma soprattutto che sia da spunto per tutte le persone che lavorano con loro. (il solo gesto tecnico non basta).

    Buon lavoro a tutti !!!!!
    Parisi ( Grandinetti ) Maurizio